MEMORIE DI UN OTTUAGENARIO

All’inizio degli anni cinquanta del secolo scorso, mio zio, il canonico DON DOMENICO FRAIOLI aveva la mia attuale età, ottant’anni, allorché cominciò a scrivere le sue memorie. Nonno Costantino, che aveva sposato la sorella Carmela, me ne parlava spesso con malcelato orgoglio, soprattutto per la sua coraggiosa difesa del cattolicesimo contro l’imperversare della sovversione antireligiosa dei socialisti massimalisti, nel periodo storico tra l’Ottocento ed il Novecento, e la contemporanea diffusione a Isola del Liri del protestantesimo battista.

In mancanza dell’indispensabile documentazione, nei miei libri ho fatto soltanto qualche riferimento alla sua luminosa figura e al suo impegno sacerdotale. Ora, avendo ricevuto dai mei cugini Fabio e Mauro Magliocchetti il manoscritto MEMORIE DI UN OTTUAGENARIO di Don Domenico, gelosamente custodito in tutti questi anni da mio zio Ninuccio, padre di Fabio e Mauro e fratello di mio padre, ho la possibilità di trattare con dovizia di particolari la vita e le opere di uno dei protagonisti della storia recente della Città delle Cascate.

Con le MEMORIE DI UN OTTUAGENARIO, che integra la mia autobiografia L’ANGOLO AZZURRO PRIMA DEL CIELO, ritengo di coprire tutto l’arco del XX secolo che ha coinvolto la mia famiglia. Il secolo breve, 1914-1991: l’era dei grandi cataclismi, secondo il fortunato titolo del libro di Eric J. Hobsbawn, che, a mio modesto avviso, inizia invece alcuni decenni prima del 1900.

Don Domenico Fraioli, fratello di mia nonna paterna Carmela, nacque a Isola del Liri il 6 ottobre 1873, dove morì in francescana povertà il 6 dicembre 1958, sacerdote mansueto e colto, e conoscitore di molte lingue antiche (compreso l’aramaico). La sua missione pastorale si svolse ad Isola del Liri, noto centro operaio, in anni cruenti caratterizzati dall’azione politica del rivoluzionario e ateo Vincenzo Giovannone. Erano nati entrambi a Isola del Liri, Don Domenico il 6 ottobre 1873, Vincenzo Giovannone il 21 novembre del 1869. Per morire a poco tempo di distanza l’uno dall’altro: Don Domenico il 6 dicembre 1958 e Vincenzo Giovannone il 25 marzo 1960. I loro insanabili contrasti potrebbero apparire a chi non conosce gli avvenimenti di quegli anni una simpatica versione in salsa ciociara della storia di “Don Camillo e Peppone”, in realtà invece si trattò di vicende che avvelenarono la vita dell’industre cittadina isolana, e che ebbero ripercussioni anche nel periodo fascista e nel dopoguerra.

RINGRAZIO VIVAMENTE I MIEI CUGINI FABIO E MAURO MAGLIOCCHETTI PER AVERMI CONSENTITO DI CURARE LE "MEMORIE" DI NOSTRO ZIO DON DOMENICO, UN'OPERA CHE COLMA LE LACUNE DELLA STORIA DI ISOLA DEL LIRI, E CHE SPERO DI PUBBLICARE DOPO L'ESTATE CON UNA MIA DETTAGLIATA PREFAZIONE, NELL'AMBITO DELLA COLLANA "I NUOVI QUADERNI DI ISOLA DEL LIRI".

Ultimi commenti

11.09 | 09:59

Sembrano disinteressati ma se sollecitati e soprattutto responsabilizzati danno il meglio di loro

11.09 | 09:58

Caro senatore, oggi individuare ‘giovani di centrodestra’ è difficile! I ragazzi sono figli del loro tempo (questo) e non piace loro essere classificati o incasellati! Secondo me vanno solo stimolati

11.09 | 09:12

Caro Maurizio, senza la partecipazione dei giovani, specie quelli di centrodestra, la mia proposta rischia di diventare un "discorso ai sordi".

10.09 | 08:37

Finalità condivisibili! Occorre l’impegno di molti e sicuramente vanno coinvolti i giovani intorno a progetto di più ampio respiro e ambizioso!

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