Isola del Liri si sa è città unica: nessuna città europea è stata dotata dalla natura di due cascate così suggestive e maestose. Nei secoli passati richiamavano numerosi artisti a ritrarle. Si pensi che i massimi pittori le hanno immortalate già dalla fine del 1700 a partire da Ducros, da Hackert, da Bidauld, da Fries e poi agli inizi del 1800 da tutti i più grandi artisti napoletani primi fra tutti Raffaele Carelli, i fratelli Fergola e lo Smargiassi, poi ancora sempre nel corso del 1800 da altre schiere di pittori di tutta Europa, specie, incredibile, da scandinavi e danesi.
Ma non è di questa eredità delle due cascate di Isola del Liri che vogliamo parlare che, tra l’altro, la città nella sua storia non è stata in grado non dico di valorizzare ma quanto nemmeno di capirne l’altissimo significato tanto che una delle due eccezionali cascate, quella cosiddetta del Valcatoio, sono ormai parecchi anni che è stata ammutolita: gli hanno messo la mordacchia, l’hanno perfino ridimensionata e ridotta, e non per un bene pubblico superiore o meglio valorizzarla a gratificazione dei visitatori, bensì a vantaggio esclusivo del solito furbacchione e intraprendente privato imprenditore che sa come tenere la situazione sotto controllo. E dire che la segnaletica stradale ancora oggi parla di “cascate di Isola del Liri”, al plurale! La nota più triste è che i cittadini non reagiscono, non si scuotono a tale spoliazione.
Ma veniamo a note più liete. Questa fortunata città solcata ancora da due antichi bellissimi fiumi evidenzia, anche oggi, un altro primato anche esso unico, almeno in tutto il Basso Lazio e cioè la presenza sul suo suolo di un patrimonio arboreo possiamo usare il termine: eccezionale. Stiamo parlando dei platani giganteschi che ancora si levano nell’area della ex cartiera Lefebvre, che vediamo rivolti al cielo maestosi quando ci passiamo davanti in macchina, dove oggi è insediato un dopolavoro ricreativo. E’ un patrimonio, quello scampato e salvato, forse venti/trenta giganti, risalente sicuramente agli impianti industriali sorti nella prima metà del 1800, quindi stiamo parlando di un patrimonio arboreo che ha oltre centocinquant’anni di età.
Uno di questi esemplari, vicino al piccolo campo sportivo, misura 7 metri di circonferenza cioè oltre due metri di diametro! Una dimensione di cui si trova l’eguale nei grandi antichi parchi americani o nelle foreste africane.
E’ auspicabile che il Comune di Isola del Liri si avveda una buona volta di questo patrimonio unico che ha ereditato miracolosamente ancora in piedi e sappia trovare i modi intelligenti e pragmatici per valorizzarlo al meglio e soprattutto per conservarlo e proteggerlo: a quello da noi misurato e illustrato come si vede hanno fatto una aiuola attorno e quindi interrato insulsamente e scriteriatamente una parte del maestoso tronco, mettendone dunque in pericolo la esistenza. Siamo convinti che l’appassionata compagine amministrativa, quale primo atto, intervenga immediatamente a rimuovere detta pericolosa aiuola.
Michele Santulli
Costantino Mancini Terracciano
21.09.2020 11:59
Vogliamo fare qualcosa per tutelare le Cascate?
BRUNO
22.09.2020 07:35
Buongiorno Costantino, continua senza sosta la mia battaglia solitaria. Purtroppo, sono un profeta disarmato, giacché oltre alle denunzie, ai libri-inchiesta e alle proposte non posso fare altro.
Ultimi commenti
11.09 | 09:59
Sembrano disinteressati ma se sollecitati e soprattutto responsabilizzati danno il meglio di loro
11.09 | 09:58
Caro senatore, oggi individuare ‘giovani di centrodestra’ è difficile! I ragazzi sono figli del loro tempo (questo) e non piace loro essere classificati o incasellati! Secondo me vanno solo stimolati
11.09 | 09:12
Caro Maurizio, senza la partecipazione dei giovani, specie quelli di centrodestra, la mia proposta rischia di diventare un "discorso ai sordi".
10.09 | 08:37
Finalità condivisibili! Occorre l’impegno di molti e sicuramente vanno coinvolti i giovani intorno a progetto di più ampio respiro e ambizioso!