"Non esistono uomini per tutte la stagioni e Isola del Liri non dovrà essere di proprietà di un regnante che ormai vecchio e stanco abdica in favore del principe ereditario.
Tutte le storie hanno un principio e una fine.
I cittadini il 26 maggio saranno chiamati a decidere del futuro. Lo dovranno fare in piena autonomia e liberi da ogni condizionamento. Dovranno decidere tra il “tira a campare” ed il domani dei propri figli, tra “una mano lava l'altra” e un serio progetto di riconversione che garantisca una rinascita economica, culturale e sociale della città. Dovranno scegliere tra pochi metri di marciapiedi, e una ampia prospettiva di rinascita che ridia fiducia e speranza, che valorizzi al meglio tutte le particolarità che la natura ci ha donato e la storia che i padri ci hanno tramandato, attraverso una pianificazione che tenga insieme il centro storico e i quartieri periferici.
Gli isolani si sveglino dal torpore per riscoprire l'orgoglio di appartenenza e l'amore per la loro città.
Non è più il tempo di incompetenti e sprovveduti, di gente confusionaria e pasticciona; per un progetto ad ampio respiro c'è bisogno di perizia, abilità, esperienza e di una spiccata sensibilità culturale.
L'avvocato Diego Mancini è il candidato a Sindaco che può interpretare il rinnovamento: Non vive di politica ma del suo lavoro, è un professionista stimato, non deve niente a nessuno, non cerca personali favori, ha per professione conoscenza delle leggi, una preparazione amministrativa e un notevole bagaglio culturale, porta in sé sobrietà, onestà morale e intellettuale. Ha compagni di viaggio che hanno superato ogni ostacolo ideologico per il bene di Isola del Liri. Non ha vincoli di parentela che possano giustificare una sua discesa in campo. Sente le necessità di contribuire alla rinascita di una città che vede morire lentamente.
Dare all'avvocato Diego Mancini la possibilità di essere sindaco è una opportunità da cogliere, in alternativa non vedo altre strade percorribili".
LUCIANO DURO
"Il sodalizio tra me e Luciano Duro ha una lontana genesi: nacque infatti nei primi anni ’80 del secolo scorso, quando lui venditore, nel tempo libero, di dischi di musica jazz nei supermercati AZ mi ebbe tra i suoi più assidui clienti. Da quel momento, la passione per la musica e per la cultura cementarono una forte amicizia giammai messa in discussione, neanche dalle nostre ostentate e contrapposte idealità politiche. Sicché, quando nel 1993 fui eletto sindaco di Isola del Liri non fu difficile ottenere la sua collaborazione, come presidente della Pro Loco, al punto di essere considerato, con un po’ di malizia da parte di qualcuno, “l’assessore ombra della cultura” dell’Amministrazione comunale.
La quotidiana collaborazione, che avveniva alla luce del sole negli uffici del Comune sotto gli occhi di una città ammirata, portò alla realizzazione di importanti manifestazioni culturali che non avevano avuto precedenti, e che sfociarono nell’idea del “Salotto della Ciociaria” e nel gemellaggio Isola del Liri – New Orleans.
E fu proprio durante la nostra permanenza nella metropoli americana che nelle nostre lunghe conversazioni, pensando alle imminenti elezioni del 1997 per il rinnovo del consiglio comunale, decidemmo di presentare insieme una lista di candidati per garantire la continuità dell’azione amministrativa.
Tornati in Patria la realtà effettuale ci convinse che non esistevano le condizioni per attuare i nostri buoni propositi. In quel tempo, era già in corso la “stagione dei veleni” che la ventennale “era quadriniana” ha perpetuato con i risultati negativi che sono sotto gli occhi di tutti.
Perciò, alcuni mesi fa, quando fu ventilata la candidatura di Massimiliano Quadrini, nel manifestare pubblicamente la mia solidarietà al padre Vincenzo Quadrini, sindaco uscente, costretto a lasciare la politica a causa delle sue condizioni di salute, e nel ricordare l’amicizia nata all’epoca della nostra adolescenza nel quartiere San Giuseppe, dove siamo entrambi nati e cresciuti, conclusi la mia lettera aperta, significando che la nostra città ha bisogno di stendere un velo pietoso sulla lunga “stagione dei veleni” al fine di recuperare quello spirito unitario che Luciano definì “la rivoluzione di quel 1993”.
E, nel ribadire che il governo della città necessita di un periodo di decantazione, chiedevo di evitare qualsivoglia tentazione di improbabili e antistoriche successioni politiche dal padre al figlio, giacché è forte il rischio di perpetuare il lungo periodo di defaticanti diatribe che hanno ostacolato la crescita culturale, sociale ed economica della nostra bella Isola. Purtroppo, il mio consiglio è rimasto inascoltato, tanto da creare forti dubbi sulle vere ragioni di una decisione che provo fatica a comprendere.
Ora, per un evento che ritengo provvidenziale, ciò che non fu possibile nel 1997 a me e a Luciano Duro è riuscito a concretizzarlo l’amico Diego Mancini che è stato capace di unire in una lista civica la maggior parte delle forze politiche e sociali, che al “bene comune” hanno voluto sacrificare gli interessi di parte.
Non tocca a me tessere le lodi di Diego che in tanti anni ho visto crescere, e di cui sono noti i valori di onestà, intelligenza, competenza professionale e amministrativa, ereditati da uno dei padri nobili della nostra “piccola patria”, l’avv. Carlo Mancini, che con mio padre ho sempre considerato il mio maestro di vita.
Mi resta soltanto il dovere civico di invitare tutti coloro che nel passato mi hanno elettoralmente sostenuto come Sindaco e Senatore della Repubblica a votare l’avv. Diego Mancini che, posso garantire, farà meglio di me per ridare speranza e futuro alla nostra città in un momento di grave scoramento".
BRUNO MAGLIOCCHETTI
Ultimi commenti
11.09 | 09:59
Sembrano disinteressati ma se sollecitati e soprattutto responsabilizzati danno il meglio di loro
11.09 | 09:58
Caro senatore, oggi individuare ‘giovani di centrodestra’ è difficile! I ragazzi sono figli del loro tempo (questo) e non piace loro essere classificati o incasellati! Secondo me vanno solo stimolati
11.09 | 09:12
Caro Maurizio, senza la partecipazione dei giovani, specie quelli di centrodestra, la mia proposta rischia di diventare un "discorso ai sordi".
10.09 | 08:37
Finalità condivisibili! Occorre l’impegno di molti e sicuramente vanno coinvolti i giovani intorno a progetto di più ampio respiro e ambizioso!