LA MIA FAMIGLIA NELLA BUFERA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.
ANTONIO MAGLIOCCHETTI, fratello di mio padre, fu internato dai nazisti nel campo di concentramento di Mauthausen. Nel 1945, tornò fortunatamente a casa, ma pesava 38 chili, ed era l'immagine della morte.
PIETRO MAGLIOCCHETTI, mio padre, fu internato dagli anglo-americani nel campo di concentramento di Padula, mentre mia sorella Edda, quindicenne, moriva per non avere sopportato l'immane dolore.
Il SUOCERO di zio Antonio, operaio dei Cantieri Navali di Monfalcone, fu "infoibato" dai comunisti titini a guerra finita.
Dal mio romanzo autobiografico L'ANGOLO AZZURRO PRIMA DEL CIELO - GRAFICHE DEL LIRI - 2012
"Una pattuglia di soldati britannici venne nella nostra
povera abitazione, presenti io, mamma e mia sorella Edda.
Con modi bruschi incatenarono mio padre, lo condussero all'esterno per introdurlo dentro un sidecar, mentre mia madre, invocando l'aiuto di Dio, si era aggrappata a quello strano veicolo, facendosi
trascinare per un lungo tratto di strada. Voleva a tutti i costi condividere il destino del suo uomo.
Conservo ancora intensamente il ricordo di quel drammatico momento avvenuto sotto il cielo azzurro di un odoroso giorno di fine maggio.
Edda, quindicenne, abbastanza matura per capire l'accaduto e le sue conseguenze subì un profondo trauma che la condusse a prematura morte l'antivigilia di Natale del 1944, senza poter rivedere mio padre, internato nel campo di concentramento di Padula.
Per diversi mesi, non fu possibile conoscere le sue condizioni, perché la corrispondenza tra lui e mia madre veniva bloccata pretestuosamente dalle autorità inglesi.
Infatti, le rispettive lettere venivano inviate al P/W Camp Algiers, Algeri dove erano lette e censurate secondo criteri puramente discrezionali, per poi rispedirle in Italia. La seguente lettera del 30 agosto 1944, arrivò ad Isola del liri il 17 ottobre, come evidenzia il relativo timbro postale…
Queste erano le condizioni in cui mio padre era costretto a trascorrere i suoi giorni, mentre Edda moriva!
Il 23 dicembre 1944, l'antivigilia di Natale, la poverina spirò a Napoli, dopo alcuni giorni di agonia, assistita amorevolmente dai nostri parenti napoletani.
Mio padre, mia madre ed io rivedemmo soltanto i suoi resti, diciotto mesi dopo, quando furono esumati dal cimitero di Napoli per essere trasportati ad Isola del Liri.
Andammo con una vettura a noleggio di proprietà di Alberto Pizzuti, detto “gl'padrone”. Si partì di buon mattino.
Non so perché nei momenti tragici della storia della mia famiglia il cielo è sempre stato di un azzurro profondo.
Non ricordo altri particolari se non quello dell'esumazione alla quale mi fu consentito di assistere, perché probabilmente i miei genitori avevano sottovalutato il macabro spettacolo che si stava preparando ai nostri occhi.
All'epoca, nel cimitero di Napoli, le bare venivano sepolte verticalmente con un grande foro all'estremità inferiore, e ciò per consentire la rapida consumazione dei corpi, entro venti mesi, probabilmente per liberare gli spazi.
Quando apparve il cranio di Edda con i lunghissimi capelli neri ancora attaccati, l'urlo di mia madre riempì il silenzio del camposanto.
E mentre mio padre piangeva a singhiozzi, lei agguantò quel cranio e lo baciò con amore.
Il dopoguerra fu durissimo, anche perché i “liberatori” non vollero “autorizzare” la riassunzione di mio padre alla Ippolito e Pisani.
Per alcuni interminabili mesi, ci nutrimmo anche con la frittata di ghianda.
Poi, con il ritorno alla normalità, dopo il processo in Corte d'Assise che si concluse con l'amnistia, mio padre fu riassunto nel precedente impiego, diventando l’elemento propulsore della ripresa produttiva dell’Ippolito e Pisani, tanto che gli fu concesso l’uso dell’appartamento, ubicato all’interno dello stabilimento, dove la mia famiglia ha vissuto fino al 1963.
I dolorosi avvenimenti che si erano susseguiti, l’avevano duramente provato.
Ma, dopo la prematura scomparsa della sua fedele compagna, che con lui aveva condiviso tutte le scelte, perse la voglia di vivere e morì il 30 aprile 1979".
Ultimi commenti
11.09 | 09:59
Sembrano disinteressati ma se sollecitati e soprattutto responsabilizzati danno il meglio di loro
11.09 | 09:58
Caro senatore, oggi individuare ‘giovani di centrodestra’ è difficile! I ragazzi sono figli del loro tempo (questo) e non piace loro essere classificati o incasellati! Secondo me vanno solo stimolati
11.09 | 09:12
Caro Maurizio, senza la partecipazione dei giovani, specie quelli di centrodestra, la mia proposta rischia di diventare un "discorso ai sordi".
10.09 | 08:37
Finalità condivisibili! Occorre l’impegno di molti e sicuramente vanno coinvolti i giovani intorno a progetto di più ampio respiro e ambizioso!