(Tratto dal libro DISCORSI PARLAMENTARI - Senato - 2001):
"Il risultato delle elezioni politiche del 5 aprile 1992, quando fui eletto per la prima volta Senatore della Repubblica, fu molto favorevole alla Lega Nord, e “aprì
una crisi profonda e irreversibile, frutto di un malessere grave che i cittadini covavano da anni. La volontà di cambiamento era fortissima”.
Il colpo definitivo fu rappresentato dall’oscura vicenda legata alla nomina del Presidente
della Repubblica. “Ogni gioco, interno o esterno alla DC, era ormai inutile. Il partito di Don Sturzo e di De Gasperi aveva deciso di suicidarsi”.
Devo confessare che questa inquietante vicenda, protrattasi per molti giorni, rappresentò
un impatto traumatizzante per uno come me, proveniente da una provincia che nonostante i molti aspetti negativi non era adusa ai perversi e oscuri giochi dell’alta politica.
Dopo aver assistito ai vari tentativi di eleggere i suoi più diretti
avversari (Forlani e Spadolini), “sapendo che in politica le carte vanno giocate anche quando la partita sembra persa, Andreotti non s’era affatto rassegnato alla sconfitta”.
“Nel primo pomeriggio di sabato 23 maggio 1992, invitò
Claudio Martelli nel suo studio in S. Lorenzo in Lucina per fare il quadro dell’intricata situazione. E dopo aver messo in evidenza la correttezza dei socialisti nei confronti di Forlani, candidatura ormai bruciata dai “franchi tiratori”,
gli precisò che non avrebbe compreso l’ostracismo dei socialisti in merito alla sua eventuale candidatura, in quanto negli anni precedenti si era sempre comportato lealmente con il partito di Craxi. Fino a quel momento ogni notizia era apparsa
del tutto secondaria rispetto ai veti incrociati che da diversi giorni caratterizzavano le votazioni in corso a Montecitorio per la elezione del Presidente della Repubblica”.
“Alle 18,30 di quel drammatico sabato, il TG 1 dette la notizia
dell’attentato di Capaci e subito dopo della morte del giudice Falcone e della sua scorta. Sul Parlamento scese una cappa di piombo ed io, per la prima volta, avvertii il senso di un’indicibile sgomento. Ebbi tutt’intera la consapevolezza
di essere “dentro” una delle sconvolgenti vicende dell’Italia dei misteri, quando si diffuse la voce che la strage di Capaci era stata interpretata da ambienti vicini ad Andreotti “come un atto diretto a sbarrargli la strada per il
Quirinale”.
POI VENNE LA STRAGE DI VIA D'AMELIO, IN CUI PERSE LA VITA PAOLO BORSELLINO, E QUELLE DEL 1993...
Ultimi commenti
11.09 | 09:59
Sembrano disinteressati ma se sollecitati e soprattutto responsabilizzati danno il meglio di loro
11.09 | 09:58
Caro senatore, oggi individuare ‘giovani di centrodestra’ è difficile! I ragazzi sono figli del loro tempo (questo) e non piace loro essere classificati o incasellati! Secondo me vanno solo stimolati
11.09 | 09:12
Caro Maurizio, senza la partecipazione dei giovani, specie quelli di centrodestra, la mia proposta rischia di diventare un "discorso ai sordi".
10.09 | 08:37
Finalità condivisibili! Occorre l’impegno di molti e sicuramente vanno coinvolti i giovani intorno a progetto di più ampio respiro e ambizioso!